domenica 6 dicembre 2009

Fine del tunnel?



Mesi di calma. Forse quasi di apatia, in una situazione lavorativo-logistico-sentimentale che equivale per me a un encefalogramma piatto. Non recrimino, non voglio lamentarmi, solo prendere atto di quello che succede e spingermi a trovare un punto da dove ricominciare.
Per esempio scrivere e fotografare, farmi trasportare dalla bellezza che vedo attorno a me, dalle luci magiche che mi circondano al tramonto, dai riflessi che compaiono ovunque. E la luna, questa luna piena che d'improvviso fa capolino ovunque. Come un miraggio, una visione e una compagna che mi e' accanto costantemente nelle mie camminate notturne.
Spero di aver schivato il punto di non ritorno e di essermi sganciata, seppure per un soffio da un effetto gravitazionale altrimenti inevitabile.
Non ne sono ancora sicura se devo essere sincera. Non sento ancora in me quel vento di freschezza e leggerezza che mi fa sentire la fine dei periodi bui. Pero' qualcosa succede, impercettibilmente.
Riprendo contatti con il mondo, ritrovo interesse per le cose, riesco di nuovo a discutere con le persone senza sentirmi persa, senza che i miei pensieri siano distratti a tratti dalle cose che mi turbano.
E vedo cose che mi fanno piacere, come le persone che scendono in piazza per manifestare il loro dissenso a quello che succede nel loro paese. E' qualcosa che mi rende immensamente felice perche' forse qualche speranza c'e'. Forse non tutto e' perduto.
Avrei voluto esserci anch'io in quella piazza, dio mio come avrei voluto. Eppure non c'ero in mezzo a quella folla.
C'ero con lo spirito, con il pensiero. Pero' forse questo non basta.
Ed e' una costante che mi perseguita in questo periodo. Non riuscire a fare le cose. Qualche volta anche le piu' banali. Come se non ne avessi la forza.
Ed e' frustrante perche' questo provoca l'impressione di non poter agire sulla realta'. Di essere in un certo senso uno spettatore un po' distaccato di quello che ti succede attorno. Come un'entita' senza piedi che tocchino terra.
Eppure so che li' sta la svolta. Li sta il punto dove devo fare leva e sforzarmi.
Decidere la mia strada, prendere decisioni...
Mi faro' forza e sono sicura di riuscirci.

lunedì 5 ottobre 2009

Almaycuerpo


Mi sento come un riccio, scusate... sto cercando di cominciare di nuovo, di riformattarmi in un certo senso, con scarsi risultati per il momento.
Lasciata Roma da un mesetto devo ancora riuscire a tornare. E le persone e le cose cominciano a mancarmi sul serio.
Reagisco in un modo infantile, che in un certo modo mi ricorda la crisi della protagonista di Reality Bites, solo che io non ho Ethan Hawke e Ben Stiller che si contendono il mio amore ; )
Forse e' lo spettro di fermarmi, il peso delle aspettative che sento su di me, il desiderio che una parte di me ha di assestarmi e raggiungere obiettivi comuni e rassicuranti. Un lavoro stabile, una casa. E il fatto che per il momento non sembra che io abbia ottenuto molto.
Sono approdata al punto di origine, inevitabilmente, e sento che tutto mi sta stretto, che tutto non torna. E davvero non so da che parte cominciare.
O meglio so da cosa cominciare ma apparentemente i tentativi che faccio non stanno dando risultati...
Ho voglia di orizzonti infiniti, di giornate sonnecchianti in spiaggia, di risate e abbracci, idee, chitarre, schiuma e tutto quanto voi possiate identificare con l'idea di bello e coccoloso.
Si, forse ho solo bisogno di coccole.
Pero' ho ripreso a fare delle foto, a leggere e a prendere appunti.
Ieri sono stata alla Festa del Mosto, in una delle isole vicino a Venezia. E' una sagra di paese, che celebra l'inizio della vendemmia con una festa e una regata di voga alla veneta (ho messo alcune delle foto nella mia nuova pagina di flickr almaycuerpo http://www.flickr.com/photos/43288249@N06/show/). La laguna e i suoi odori restano sempre grande fonte di ispirazione, per i colori, i ricordi legati alla mia infanzia. Ho reincontrato un vecchio contadino, amico di mia sorella, che vendeva i suoi ortaggi. Era una faccia interessante e segnata dalla vita, mi pento di non avergli scattato delle foto. Ma forse sarebbe stata un'intrusione eccessiva.
Sto leggendo molto. Sto facendo fuori poco alla volta tutti i libri arretrati, miei, di mio fratello e di mio padre.
Ho finalmente finito Le vie dei Canti di Bruce Chatwin e Patagonia Express di Luis Sepulveda. Sono stata invasa da fiumi di emozioni, ricordi e idee. Il secondo libro parte da un incontro tra Chatwin e Sepulveda cosa che io non sospettavo e che ha creato un inaspettato filo conduttore.
La mia immaginazione per un attimo si e' persa tra deserti Australiani, ghiacciai e vulcani Cileni, in conversazioni con aborigeni e indigeni. In storie che collimano con le mie esperienze del mondo alla fine del mondo.
E per un attimo vorrei tornare, respirare quell'aria carica di una storia viva e terribile...quelle esperienze dense, quasi collose nella loro consistenza.
Ecco, ho voglia di cose vere, di emozioni, di interessi e mi dibatto in giornate che procedono uguali e un po' vuote. Mi sto perdendo nell'equivalente emotivo di un bicchier d'acqua, ma vi assicuro che certe volte e' proprio difficile rendersene conto...

lunedì 25 maggio 2009

Patagonia Sin Represas

Eccovi l'articolo che ho scritto riguardo a Patagonia Sin Represas...

IL FUTURO INCERTO DELLA PATAGONIA
Intervista a Juan Pablo Orrego, rappresentante del Consiglio di Difesa della Patagonia, in occasione della sua visita in Italia.

Di recente la compagnia italiana Enel è diventata la depositaria di un progetto di sfruttamento idroelettrico nella Patagonia Cilena ferocemente criticato. Il progetto si chiama Hidroaysen ed è stato pensato durante gli anni della dittatura di Pinochet; in quel periodo i diritti di sfruttamento non consuntivo delle acque nei fiumi cileni (e della Patagonia specialmente) finirono nelle mani di pochi sostenitori del regime. Gli ambientalisti e le popolazioni locali lo hanno duramente combattuto e ora si è in attesa di un giudizio definitivo.

“Il progetto” dice Juan Pablo Orrego, rappresentante del Consiglio di Difesa della Patagonia ”è stato pensato per produrre energia idroelettrica con la costruzione di 5 dighe lungo i fiumi Baker e Pascua, sarebbe collegato ad una linea di trasmissione che attraverserebbe 2400 km, 9 regioni, 74 comuni e 14 aree protette dello stato”. I toni sono molto chiari quando definisce il tutto “una barbarie e una mercificazione dell’acqua, acqua che e’ stata rubata ai cileni dalla dittatura”. Spiega inoltre senza mezzi termini che poche volte si è trovato di fronte ad un progetto che passerebbe sopra a tanti interessi diversi, senza guardare in faccia a nessuno. Questa idea viene presentata come la risposta ad un crescente bisogno di energia elettrica del Cile. In realtà grattando un po’ la superficie liscia delle cose, la patina si screpola ed appaiono i problemi e le ragioni sostanziali di questa speculazione. “I rischi sono molti” è chiaro il ritratto che emerge dalle parole di Orrego “sembra quasi incomprensibile che stiano pianificando tutto questo in un luogo in cui c’e’ un tale problema sismico, vulcanico, di svuotamento di laghi glaciali”. Come sottolinea “la Patagonia è una regione giovane, molto instabile, dove esiste un problema fisico concreto. L’area in cui vorrebbero costruire la linea di trasmissione è inoltre difficilmente controllabile e questo potrebbe provocare reazioni forti da parte delle popolazioni indigene contrarie all’esecuzione del progetto, come verificatosi in passato in situazioni simili”. Il gioco di specchi delle finanze e il labirinto degli investimenti creano a volte un vortice di situazioni quasi surreali. Anche quando si è convinti essere giunti alla verità ci si accorge che quello che si guarda è solo un riflesso. “L’energia prodotta in Patagonia” tuona il nostro interlocutore ” è destinata ad andare altrove, non è un progetto pensato per rispondere ai bisogni delle popolazioni locali ma per rifornire le imprese minerarie del Nord e parte del territorio di Santiago”.

L’opposizione del Comitato di Difesa della Patagonia è agguerrita in Cile e nonostante il silenzio del governo, spesso ingabbiato in giochi di potere che coinvolgono interessi privati, si stanno tentando molte strade. “Sono già in corso tre cause contro distinti aspetti del progetto” puntualizza Juan Pablo Orrego “Gli enti pubblici che hanno emesso lo studio di impatto ambientale hanno fatto 3000 osservazioni molto critiche al riguardo. Inoltre, a quanto attestano recenti sondaggi, la maggioranza della popolazione cilena non lo appoggia. La sua realizzazione” continua “è in mano a una compagnia costituita da due partner: Endesa Cile (prima spagnola ed ora di proprietà dell’Enel) e Colbun, impresa Cilena. Imprevedibilmente il progetto è diventato italiano” è il suo commento a bruciapelo ”e stiamo cominciando a dare voce anche qui alla campagna Patagonia Sin Represas. Con l’appoggio di CRBM (Campagna per la Riforma della Banca Mondiale n.d.r.) e la Fondazione di Banca Etica ci siamo potuti riunire con i rappresentanti dei sindacati che si sono dimostrati molto interessati e molto motivati nel prendere in considerazione la situazione”. Le riunioni sono poi proseguite incontrando i rappresentanti della responsabilità sociale e impresariale dell’Enel, di Intesa San Paolo e di Unicredit. “Vogliamo cercare un confronto con loro” conclude “per fargli capire i problemi insiti in questo progetto e i pericoli che sono stati sottovalutati, perché vogliamo fermarlo. Sindacati ed Enel si sono dimostrati molto interessati a venire in Cile e visitare la Patagonia.”

Sembra infatti che solo chi non conosce questi luoghi può pensare di utilizzare le risorse idriche per ragioni di profitto commerciale. Goccia dopo goccia le acque dei cileni rischiano di essere sfruttate indiscriminatamente senza nessun rispetto nei confronti di chi, soprattutto, in quei posti ci vive.

domenica 10 maggio 2009

Gira rigira


Giorni, e ore e mattine e notti e sere e pomeriggi.
Tutto il tempo relegato assieme improvvisamente si fa sentire addosso. E faccio i conti delle cose vissute, degli amici conosciuti, dei terreni sconosciuti calpestati per la prima volta.
E un vento delicato sembra accarezzarmi il collo e abbracciarmi delicatamente per farmi sentire un calore dimenticato. Torno a me stessa, brevemente, incredibilmente.
Faccio mille tentativi, cerco di guardare me stessa dall'alto e scoprire i miei meccanismi interiori che causano tanto caos...ogni tanto, quando mi si ingarbuglia la lingua escono idiomi confusi e parole sconnesse. Provo e riprovo la strada che prima o poi sara' quella giusta. Ogni tanto i sentieri si incorciano e anime gemelle sembrano attraversare il mio cammino, anche se per accompagnarmi magari solo per un breve tratto.

sabato 4 aprile 2009

Moti dell'animo

Certe cose non se ne vanno, semplicemente restano, nascoste in un angolino della nostra in-coscienza. Ogni tanto si risvegliano alla vista di qualcosa, al nominare una persona, al sentire una canzone, all'udire un rumore o al rivedere una luce. Qualcosa che ti ha colpito nel profndo non se ne va e il senso della sua mancanza provoca un dolore sordo e profondo, per la necessita' di risentire quello stesso senso di pace.
Sono arrivata qui a Roma per una somma di casualita' e di desideri irrisolti che hanno scavato una solco nella realta' e scritto un sentiero impervio verso la mia pace interiore. Pace che ovviamente non si e' ancora concetizzata ma a cui ogni giorno apro la strada, lasciando un pezzo meno di me alla depressione dublinese.
Come sempre ho agito d'istinto, non sapendo bene perche' ma ritrovando me stessa con un attimo di coscienza nel momento stesso di prendere una decisione.
Cerco solo di respirare, di non dare peso ai moti altalenanti del mio cuore che anelano a desideri irreali.

giovedì 12 marzo 2009

Troppo tempo


Three peaceful days. Three days at home, some moment to pack but a lot of peaceful time.
I'm scared of this time, as I was scared of my two irish months spent looking for a job. Too much time to think, to desire the future, to hear that a future for you is still not available. You try to make it, you try all the road you know and the ones you don't.
Too much time for everithing, to amplify your tought, to make alive the most deep fear, to read inside yourself things you didn't want.
Now I know that this time is ending, the destiny is start another time his plan for you and something will happen. Good or bad, something will happen.
The time is not anymore stopped, is not anymore blocked in a dark moment.
My anxiety are not letting me alone, they thake my heart when I think I'm safe, they catch me unaware when things are not going as I planned, when some appointment is cancelled, when there is some trouble in the plane where I am.
I'm still not myself, I know that. I won't be anymore the person I was some time ago, but I'm not anymore the shadow of myself.
The pursuit of an equilibre is not an easy thing but the choices I made will make this path easier.
A moment before the start, everithing is still possible...

Tre giorni di pace. Tre giorni a casa, qualche momento dedicato a rifare le valigie, ma tanto tempo di tranquillita'. E' un tempo che un po' mi spaventa, come mi hanno spaventato i quasi due mesi irlandesi a caccia di lavoro.
Troppo tempo per i pensieri, troppo tempo a desiderare il futuro, a sentirsi ripetere nelle maniere piu' diverse che un futuro per ora, per te non c'e' ancora. Tu cerchi di creartelo, cerchi tutte le strade che conosci e anche quelle che non conosci.
Troppo tempo per tutto, per amplificare i pensieri, per dare vita alle paure piu' nascoste, per leggere dentro se stessi le cose che nemmeno volevi.
Pero' per lo meno ora so che questo tempo ha una fine, si riannodano le fila del destino e qualcosa succedera. Bello o brutto ma qualcosa succedera.
Il tempo non e' piu' fermo, non e' piu incastrato in un attimo buio.
Le inquietudini non mi hanno ancora abbandonato, mi attanagliano il cuore quando credo di essere in salvo; mi prendono alla sprovvista quando le cose vanno come non vorrei, quando gli appuntamenti saltano, quando l'aereo su cui sono mi balla un po' troppo.
Non sono ancora tornata me stessa, lo sento. Certo non saro'mai chi avete conosciuto qualche anno fa, ma non sono nemmeno l'ombra di me stessa che si aggirava in preda a crisi di nervi.
La ricerca dell'equilibrio e' faticosa ma spero di aver fatto delle scelte che mi permettano di arrivarci per lo meno vicino.
Un attimo prima di cominciare le cose tutto e' ancora possibile...

mercoledì 11 marzo 2009

La donna con la valigia



WOWOOWOWOWOWOWOWOWOWOWOWOWOWOWOW!!!!!
Di nuovo, perennemente in movimento... come al solito non mi smentisco.
Ultimi spostamenti, giusto per schematizzare: Dublino-Roma/Roma-Dublino/Dublino-Venezia/Venezia-Roma...
Mi potreste soprannominare la Signora delle Valigie (ma se vi viene in mente qualcosa di meglio si accettano suggerimenti). Credo che ormai nessuno come me sia in grado di mimetizzare un immenso e pesantissimo bagaglio a mano sotto le spoglie di un'innocente trolley con zainetto annesso.
Ormai credo di aver sviluppato l'arte di passare inosservati con mille valigie in mano. Oggi comunque me la stavo facendo sotto, passato il check in senza troppi intoppi (ho preso l'abitudine di dare parte del mio bagaglio a mano ad eventuali amici venuti ad accompagnarmi in aeroporto, giusto per non spaventare la signorina, che senno si preoccupa per tutto il peso che devo portarmi in giro con il mal di schiena che mi ritrovo...)ho pure passato indenne il controllo bagagli, anche se l'addetta alla sicurezza mi ha mollato un'occhiataccia quando ha sollevato la mia "valigetta" per metterla nella macchina per i raggi X... mi sono detta, e' finita! e invece per fortuna quella si e' solo limitata a chiedermi di aprire quel vaso di pandora su rotelle... non vi dico poi richiudere la valigia!!!! ci ho messo un secolo e poi sono dovuta correre perche'avevano gia' cominciato ad imbarcare...miracolosamente anche dopo nessuno ha detto nulla sui miei 20 kg di bagaglio a mano.
Vi giuro che fare traslochi in questo modo e' terrificante! immaginate di dover mettere due anni della vostra vita in due valigie, nemmeno tanto grandi... un incubo!! e infatti ho ancora delle cose a Dublino, in attesa che qualcuno passi per di la e me le riporti indietro, o che qualche rappresentante della fauna locale mi faccia visita a Roma...

domenica 1 marzo 2009

Blowing in the wind

Madame non riesce a dormire, io Non Riesco a Fare Le Valige...
Parto Martedi per Roma (non deinitivamente, probabilmente faro' un'altra tappa a Dublino...) e non ho ancora avuto il coraggio di mettere mano nelle mie cose.
Oltretutto sono sparse un po' ovunque... come al solito sto lasciando le mie tracce in giro.
E di salutare gli amici neanche parlarne, probabilmente vedro' un paio di amiche a cui tengo particolarmente ma nulla di piu'. Un po' mi dispiace, pero' le cose sono successe troppo in fretta e non ho nemmeno avuto il tempo di realizzare. E poi ci sara' un motivo se ho voglia di andarmene da un posto che non mi fa nemmeno voglia di salutare gli amici...
Nell'ultimo mese e mezzo mi sono sentita come se un uragano si sia abbattuto su di me con una violenza implacabile. Non credo se ne sia andato e il fatto di spostarmi a Roma lo vedo come l'inizio di qualcosa che continuera' a travolgermi per molto.
E' come fare un salto nel buio e sperare di uscirne intera, non so cosa c'e' dall'altro lato dello specchio ma spero che qualcosa appaia.
Forse sara' solo un pennello che mi sara' messo in mano per dipingere una parete bianca...

lunedì 2 febbraio 2009

Melodia triste

Credi nel destino, che ti portera' dove hai bisogno di essere... mi dice un uccellino dalle piume lucenti e dagli occhi specchio di un'anima limpida.
Ma il destino ti mette alla prova. Certo, le prove non sono uguali per tutti. Se penso a quello che altri hanno dovuto vivere, quello che vivo io e'uno scherzo.
L'ansia di rompere le regole della societa' civile mi prende, sono in un territorio che stravolge le norme di una vita "banale" ma che io, se non a momenti alterni, non riesco a gestire.
A volte mi sento fuori controllo, i sentimenti e le emozioni a fior di pelle mi stanno facendo sperimentare quella lato di me che non vorrei mi appartenesse. Ho sempre ritenuto di essere una lottatrice, una che affronta la vita di petto ma ora, perche' le cose banalmente non riescono a girare come vorrei, mi sento fiaccata.
Ci sono cose che mi aiutano, che mi fanno resistere.
Ho avuto la prova che per lo meno alcune volte le cose sembrano seguire un cammino ben definito, al di la della nostra volonta'.
Ma rientrata qui tra le verdi e umide terre di quest'isola ventosa percepisco una realta' a due dimensioni. La magia sembra svanita, sotterrata da troppi problemi pratici che non riesco a risolvere...
Voglio trovare il modo di dare una svolta positiva a quest'inquietudine, di ritrovare la mia energia creativa e di diventare parte attiva della mia vita...

Sunday Morning

Sunday morning, praise the dawning
It's just a restless feeling by my side
Early dawning, sunday morning
It's just the wasted years so close behind

Watch out, the world's behind you
There's always someone around you who will call
It's nothing at all

Sunday morning and I'm falling
I've got a feeling I don't want to know
Early dawning, sunday morning
It's all the streets you crossed, not so long ago

Watch out, the world's behind you
There's always someone around you who will call
It's nothing at all

Watch out, the world's behind you
There's always someone around you who will call
It's nothing at all

Sunday morning
Sunday morning
Sunday morning

Velvet Underground

lunedì 26 gennaio 2009

Cerquosino's Family

I will never forget you guys!!! many thanks for your all the nice things you let me feel during the past week, all the smiles, the hugs and the nice things we did together...

Learning the sound of soul




When the destiny try to let you know things there is nothing you can do. Also if you want to hide yourself, the things you need to understand come to you like a train, and your only option is to be run over. Now I try to restart and I realize that I try to pretend that nothing happens (is like don't want to go to the hospital if you're so lucky that the train didn't killed you). Human mind try to avoid things... but my body don't lie, and my tummy is really sore since two days. I learned a lot about my body in the last week, I've been in a training course about conflict resolution and the trainers massacre us with tonns of fisical exercise... they told us that conflict resolution start from the body.
I've always denyed my body, I've always felt ashamed because I felt unwieldy and I
always tried to get a second plan role. Those are tought I create as a reply to an external pressure, and my answer has been chatch myself. When I told that they answer me that I was lying, in a inconscious way and instead my body was giving the right answer. Now my mind is looking after thousand of things, and would like to put order in my private universe that cannot be put in order, at least not for the moment. I miss the people, the experiences. I tought to be in the right place doing the right things (also if the first impression has been to be in the wrong moment and in the wrong place).
All the things happen for a reason and I would like to trust in the destiny...


Quando il destino ci si mette non c'e'proprio nulla da fare. Anche se cerchi di nasconderti, le cose ti vengono in contro come un treno in corsa, e puoi solo esserne investito. Ora sto cercando di riprendermi e mi rendo conto che una parte di me sta cercando di fare finta di niente (che equivale a non voler andare all'ospedale se hai la fortuna di essere sopravvissuto al treno in corsa di cui sopra...). Ma si sa che la mente umana fa dei brutti tiri...ma il corpo non mente, e un mal di pancia che mi porto avanti da due giorni ne e' la prova.
Ho imparato molto sul corpo nell'utima settimana, sono andata a fare un corso sulla risoluzione dei conflitti e ci hanno massacrati di esercizi fisici... sostenendo che la risoluzione dei conflitti parte proprio dal corpo.
Io il mio corpo l'ho sempre negato, ne ho sempre avuto vergogna sentendomi terribilmente goffa e cercando di avere un ruolo di secondo piano. Sono convinzioni che si sono create a causa di stimoli esterni, a cui io ho risposto cercando di nascondermi. In tutti i sensi.
Quando ho raccontato tutto questo sostenendo che questa era la realta' mi hanno riso in faccia dicendomi che stavo mentendo. Non perche' volessi mentire ma perche' credevo in qualcosa che non era vero e il mio corpo lo testimoniava.
Ora ho la mente che si dibatte vorticosamente tra mille cose, cercando di porre ordine in un universo interiore che non puo' essere ordinato, non per il momento almeno.
Ho un senso di nostalgia che mi travolge. Mi mancano le persone, le esperienze, il senso di essere al posto giusto e fare la cosa giusta (anche se in realta' il momento sembrava non essere quello giusto e il luogo nemmeno).
Tutto avviene per una ragione e voglio credere al destino...