lunedì 31 marzo 2008

Melting pot

Sono tornata ieri sera dal Viaggio con i miei ragazzi. 20 adolescenti nigeriani, irlandesi, somali, afghani, pakistani tutti insieme per tre giorni in un castello incantato in mezzo a chilometri di campi...
Io se me lo avessero detto un anno fa non ci avrei creduto... a un certo punto mi sono ritrovata a filosofeggiare sulla vita, in inglese, con un ragazzo irlandese e una ragazza maltese... e attorno a noi ronzavano adolescenti dalla pelle scura, chiara, musulmani, indu e cattolici...
Sono arrivati proprio come uno sciame il venerdi pomeriggio. Un buon numero non si sono presentati all'appuntamento, e questo, mi dispiace dirlo, ha facilitato il mio lavoro. Mi stavo davvero facendo prendere dal panico all'idea di dovermi occupare di quasi trenta adolescenti con solo l'aiuto di un altro ragazzo.
Pero' fa male sapere che alcuni hanno sprecato una bella possibilita' per vivere un fine settimana diverso perche' magari avevano una partita di calcio...
Va bene, va bene, sono di parte perche' non sono una fanatica del calcio pero' credo che certe cose bisogna prenderle al volo. Capire che si tratta di occasioni e fregarsene se salta qualcosa che magari si fa tutte le settimane.
I ragazzi sono giovani che cercano asilo politico in Irlanda. Lo stato ha una procedura piuttosto lunga per accogliere le domande e loro non hanno nessuno che se li prenda in carico.
Quindi vivono in ostello finche' non diventano maggiorenni, poi chi lo sa...
Hanno degli assistenti sociali che li seguono, molti di loro sono delle persone fantastiche che per fortuna hanno davvero a cuore le loro sorti.
Il viaggio e' andato bene, anche troppo se devo essere sincera, nel senso che io mi aspettavo che per lo meno lasciassero terra bruciata dietro di loro. Invece erano solo un po' disordinati e chiassosi e facevano fatica a lavare i piatti (ma anche i miei coinquilini hanno lo stesso problema...)...volevo postarvi delle foto pero' non ci riesco, la mia connessione a pedali sta tirando le cuoia...

Rabbit for ever, conejos por siempre, conigli per sempre


Il coniglio ha per me un significato sentimentale. In una conversazione di molti mesi fa e' nato il conejo de la suerte, che sarebbe un esserino perennemente incazzato, che ha lo sguardo torvo e che tira continuamente calci a chiunque gli passi sotto tiro... io direi che questo qui si presta molto bene...

mercoledì 26 marzo 2008

Tra gli scaffali


Finalmente a casa. Non so perche' ma non riesco mai a rientrare presto a casa. Sara' che finisco il lavoro e non ho voglia di pensare: e' gia' finita la mia giornata...
Oggi ne ho approfittato per cercare qualche libro.
Qualche tempo fa ne ho comprato qualcuno, ma ora cerco di evitarlo, se posso. Per me leggere in inglese e' davvero un'impresa, ogni tanto mi ci metto ma non c'e' verso, soprattutto dopo delle giornate pesanti non ci sto con la testa. Pero' siccome i libri hanno su di me una grande attrattiva ogni tanto mi capita di comprarli lo stesso.
Poi penso che poi mi dovro' portare appresso la mia casetta di libri al prossimo spostamento... e visto come stanno andando le cose in questi anni e' sicuro che mi spostero' di nuovo.
Quindi ora provo la strada della libreria.
Sto cercando due libri in particolare:
Uno e' una guida della Polonia, ci andro per una riunione di lavoro la prossima settimana. Ho avuto una discussione sulle guide con la mia ultima compagna di viaggio. Lei non sentiva la necessita' di portarsene dietro una, io senza guida mi sarei sentita persa...forse sento il bisogno di avere un punto di partenza, una base su cui costruire la mia esperienza di viaggio. La cosa migliore, come e' ovvio e' conoscere la gente e farsi consigliare pero' non sempre e' possibile.
il secondo e' un libro sul Teatro dell'Oppresso. Avevo fatto un workshop di un giorno prima di partire per il Cile ed ero rimasta davvero impressionata da questa tecnica. Mi aveva colpito la semplicita' e la contemporanea incredibile profondita' di portare i propri sentimenti sulla scena. Io sono molto timida quando si tratta di parlare di fronte ad altri, e credo di aver fatto molti disastri anche in quell'occasione, pero' era stato estremamente liberatorio. Come al solito il destino fa giri enormi per poi farci ritornare sui nostri passi... si da il caso che Boal, l'ideatore di questa tecnica, venga a Dublino per tenere delle conferenze la prossima settimana...provo la stessa sensazione di quando ho saputo che Jodorowsky e' andato a Santiago. Solo che purtroppo in quell'occasione io ero dall'altra parte del mondo. Comunque il caso a voluto che mi abbiano invitata al primo incontro di tutte le persone che praticano Teatro dell'Oppresso in Irlanda (meno di una decina di persone...). Io ovviamente sono andata e dopo aver visto un documentario sull'esperienza del TdO in India mi sono davvero infervorata. Ora attendo gli sviluppi...
buonanotte cari

lunedì 24 marzo 2008

C'era una volta
























C'era una volta un gruppo di ragazzi. Alcuni avevano dei problemi, altri i problemi non li hanno nemmeno cercati ma sono state le loro famiglie a dargleli come regalo di Natale... In realta' non era colpa loro... se uno nasce nel posto sbagliato del mondo, anche se si tratta di Dublino non sono molte le possibilita' di avere una vita normale...pero' di questo e' meglio non parlare perche' potremmo offendere qualcuno...
Comunque dicevo, c'era una volta, come se fosse una bella fiaba la vita... non lo e' per tutti purtroppo. E dopo tutto non ho voglia di mettermi a fare la moralista, perche' non e' il mio mestiere e spero che non sia nemmeno il mio personaggio.
Comunque la bella storia ho voglia di raccontarla lo stesso...
Il titolo sarebbe 24 glances o meglio 24 miradas de Raval che e' il suo nome originale.
Si tratta di una mostra fotografica.
24 foto con tema l'immigrazione e scenario Raval, una zona di Barcellona. Spero che qualcuno di voi la conosca e mi possa raccontare qualcosa al merito, perche' io in Spagna non sono mai stata... comunque la bella storia comincia qui a Dublino, con questo gruppo di ragazzi che viene invitato a partecipare a questo progetto. Fotografare l'immigrazione.
Il tema li appassiona, alcuni perche' devono semplicemente aprire la porta di casa per vedere l' immigrazione, altri perche' la macchina fotografica se la portano anche a letto, altri perche' in fondo sono curiosi della vita e non si lascerebbero scappare questa occasione.
Dicevamo foto e immigrazione, andare fino in Spagna e passare una settimana tra quelli che vivono in un paese ma non sono di quel paese. E fotografarli.
Il processo e' lento, si deve prima conoscere e poi scattare, non sempre le persone sono disponibili e gentili...
Comunque alla fine escono le 24 Miradas.
24 miradas, 24 porte sull'immmigrazione, 24 sguardi di occhi inusuali e pelli eburnee.
Il primo lieto fine e' stato il 12 Marzo, quando la mostra e' stata inaugurata qui a Dublino, nella Crow gallery in Temple Bar.
Ora stiamo cercando di proseguire facendo vedere il lavoro di questi ragazzi e dando loro lo spazio e la soddisfazione che meritano.
FINE per ora...

Vi terro'aggiornati

giovedì 20 marzo 2008

24 Glances




Qualche foto della mostra fotografica che ho curato ."24 glances" appena posso vi spiego bene di cosa si tratta...